La nudità disturba chi la guarda, non chi la sta praticando.
Questa la frase che uso spesso per cominciare la lezione di strip tease o meglio, come dico sempre, di tease strip, se si parla di burlesque. Questa frase proviene da una lunga riflessione che ho dovuto fare proprio nel corso degli anni che pratico il burlesque. Se ci riflettete vi renderete conto che tutte le volte che vi trovate in uno spogliatoio, o di fronte a qualcuno siete costretti a spogliarvi, magari per un qualsiasi cambio d’abito, questo qualcuno si gira imbarazzato e si girerà di soppiatto sempre per “dare un’occhiata”. Ritengo che tutto questo non abbia mai a che fare con la sessualità, piuttosto penso che sia riferito a quella umana curiosità di guardare una persona messa a nudo e contemporaneamente a quell’imbarazzo dovuto al fatto che la nudità è la più profonda e, contemporaneamente, semplice fonte di verità alla quale tutti possiamo avere accesso nel semplice gesto di spogliarci. Spogliarsi nel profondo di ognuno di noi, in qualche maniera vuol dire mettersia nudo, scoprirsi, restare indifesi rispetto all’altro. E’ proprio questa condizione che provaca l’imbarazzo sia in chi si spoglia che in chi guarda.
Un corpo nudo non ha segreti e, di fronte ad esso, ognuno di noi si sente scoperto. L’imbarazzo personale, se ci pensate, non è dovuto al gesto in se di spogliarsi, ma dal fatto che da nudi non possiamo nasconderci, siamo costretti ad essere veri, autentici, e tutto quello che ci hanno insegnato viene a cadere, regalandoci la possibilità di essere assolutamente autentici, che lo vogliamo oppure no.
D’altro canto chi è dall’altro lato, colui che osserva restando vestito, di fronte alla nostra nudità si sentirà spiazzato, indifeso egli stesso, perché “bugiardo” “finto” “vestito” di fronte alla vostra verità. A quel punto comincia a sentirsi a disagio, perché la verità richiede sincerità…e chi è disposto ad essere totalmente sincero? Temerà egli stesso di venire “scoperto”, di non poter nascondere più nulla, di restare nudo di fronte ad una verità così lampante che gli trasmette la nudità.
Nasciamo nudi e poi ci copriamo per proteggerci dal freddo, per convenzione, per educazione, per abitudine…o per dare un senso ed una verità a tutte le strutture che abbiamo creato, a tutti gli insegnamenti che ci hanno dato e per proteggere le nostre umane mensogne?
Provate per una volta nella vita a frequentare per qualche giorno un villaggio di nudisti, sondate cosa si prova a non avere barriere, scopritevi, siate autentici…e vedete cosa si prova. Così, per curiosità, per esercizio, per verità o anche per capire chi siete. Oppure, più semplicemente, provate a girare nudi per casa, guardatevi allo specchio mentre lo fate, così, solo per vedere come vi fa sentire.
Togliermi una parte degli indumenti in scena per me è stata un’esperienza catartica che dovrebbero provare tutti, mi ha insegnato una verità che non conoscevo e mi ha aiutata a crescere profondamente. Certo, poi diventa uno spettacolo teatrale, ma se ci riflettiamo, se scendiamo nel nostro profondo intimo mentre lo facciamo, è anche una grossa opportunità per “scoprirci” ed imparare ad amare la nostra verità.
Amore e psiche sono nudi perché nella nudità c’è verità e solo nella nudità c’è amore, amore autentico, senza veli, senza segreti. L’amore denudato dalle strutture mentali che ci allontanano dall’altro e che si ritrovano nell’abbraccio della verità primordiale, dell’unione vera, senza il velo della mente, libero di esprimersi in se stesso.
Certo, forse il mio è soltanto un esercizio filosofico, ma prima di giudicarlo tale, provate a condividere la stanza con una persona nuda, mentre voi siete vestiti, che vi parla come se fosse la cosa più normale del mondo, come se fosse vestita…e poi mi direte…