La scorsa settimana ho parlato del mio racconto scelto da Matteo Caccia per la diretta di PASCAL. Seguo questo programma tutte le volte che mi è possibile e, quando non mi è possibile ne sento i podcast. Non voglio dirvi altro, ma invitarvi ad ascoltarlo, sono sicura che ve ne innamorerete. Va in onda dal lunedì al venerdì dalle 22,30 alle 23,30 su Radio 2.

Qui vi ripropongo sia il mio testo (che è stato fedelmente letto in diretta) sia il link per ascoltare il programma in podcast. Il titolo dei questa serata è: “guardare e non toccare”. Troverete racconti mitologici, considerazioni sulle cose e sulla vita e tanti contenuti interessanti e la seconda storia racconterà di Joe Sarno, definito l’Ingrid Bergman del porno soft.

Alla fine del racconto (intervallato da musica inerente) ci sarà la mia piccola intervista, vissuta con tanta gioia. E’stata un’esperienza entusiasmante, che mi ha emozionata molto. Ha riportato alla mente un periodo buio della mia vita, nel quel però ho messo il seme per tutto quello che mi è accaduto dopo. Ascoltandolo mi sono resa conto di quanto sia importante tutto quello che ci accade, se sappiamo comunque trarne vantaggio. In quel momento avevo assolutamente bisogno di quello che io chiamo: “pensiero felice”. Dato che non avevo proprio nulla a cui guardare, afferrai al volo il burlesque, trasformandolo nel mio pensiero felice. Ricordo che il corso c’era ogni due settimane, ed io non vedevo l’ora che arrivasse quel giorno e tutte le volte che la vita mi bastonava io pensavo sempre: tanto poi c’è il burlesque.

Per diverso tempo è andata così, fino a quando, mantenendo l’attenzione sulle cose belle, la vita man mano ha cominciato a modificarsi. Oggi ho trovato nuovi equilibri e nuove attività, ma il burlesque resta il mio pensiero felice (pur essendo diventato un lavoro).

Quello che ho imparato in questi anni è che non bisogna mai risparmiarsi emozioni (nel bene e nel male) e che, per essere in equilibrio bisogna sempre inseguire i sogni, rimanendo però aperti alle possibili deviazioni della vita, senza attaccarsi troppo alle idee e cercando di fluire in questo meraviglioso fiume che ci accompagna verso la realizzazione di tante cose…ma non sempre attraverso le strade che abbiamo immaginato fossero giusta per noi…

La mia storia:

Quando l’arte mi cambiò la vita di Francesca Filardo

Correva l’anno 2011. Era un periodo molto buio, ero sola, la mia attività andava a rotoli, ero ingrassata molto e mi sentivo brutta e poco interessante come persona. Ad aprile 2011 venni contattata da un locale che avrebbe dovuto organizzare degli stage di burlesque ed aveva bisogno di accessori (io faccio la costumista teatrale). Non avevo idea di cosa fosse il burlesque e mi misi a fare ricerche su internet. Mi procurai anche il numero di una performer e mi feci dare delle indicazioni. Procurai tutto l’occorrente e chiesi di poter assistere ad uno stage, come costuPASCALmista e per motivi di studio. Lo stage sarebbe durato due giorni. Il primo giorno mi limitai a guardare. Il secondo giorno le due insegnanti insistettero perché io mi unissi al gruppo. La mia risposta fu: ma mi avete vista? Non ho proprio il fisico e l’aspetto di una che possa danzare in pubblico su un palco. La risposta fu: “Non esiste donna che non possa fare burlesque. Non c’è un fisico non adatto e non devi per forza esibirti. Puoi farlo per te. Prova!”. Mi lasciai convincere. Mi misi insieme a loro a montare una piccola coreografia. Così, dopo 20 anni che ballavo tra danza moderna e salsa e latino americani, per la prima volta mi guardai allo specchio mentre danzavo.

Non mi ero mai guardata. Fu amore a prima vista. In pratica guardandomi ballare mi piacqui per la prima volta, dopo tanti anni di anonimato mi sembrò di avere finalmente una luce. Così mi misi a cercare un corso lungo di burlesque nella mia città e scoprii che a novembre ne sarebbe cominciato uno di 6 mesi, ma eravamo soltanto ad aprile.
Nei mesi successivi successe di tutto, a fine maggio persi mio padre e poi conobbi un medico missionario e a settembre partii con lui ed altre due persone per una missione in Perù dove restai 40 giorni. Ma nonostante tutto, mi era rimasto in testa il burlesque. Così, tornata dal Perù a fine ottobre, contattai l’insegnante e scoprii che il corso lungo sarebbe cominciato la settimana successiva. Fu così che a 40 anni cominciai il mio primo corso di burlesque.

Finito il corso ci fu uno spettacolo finale, al quale, dopo moltissime resistenze, decisi di partecipare. Era il 12 marzo 2012. Fu un successo. Ci venne chiesto il bis e la proprietaria del locale chiese ad un amico di riprendere soltanto il mio pezzo perché le era piaciuto molto, così io sono l’unica di quel gruppo che conserva ancora oggi il video della sua primissima performance. A settembre dello stesso anno, spinta da un’altra ragazza che aveva fatto con me il corso, chiesi alla proprietaria dello stesso locale se mi voleva far fare una serata per Halloween, per prendere un po’ di confidenza col palco e con quell’arte per me nuova. La proprietaria si rivelò entusiasta e così cominciai subito a lavorare per preparare dei pezzi adatti. Fu un altro grande successo. Certo ero molto acerba, ma al pubblico arrivavo, avevo talento. Insomma piacqui moltissimo.

Non mi dilungherò ancora. Ti dico soltanto che oggi mi occupo di burlesque da 5 anni, ho tre scuole tra Napoli e Caserta dove insegno e sono dimagrita 22 chili (ma prima di questo ho imparato ad amarmi così com’ero). Ho studiato mimo, recitazione, dizione. Ho fatto spettacoli ovunque, ho vinto concorsi…insomma il burlesque è diventato la mia grande passione ed ora sogno di fare l’attrice. Oggi penso che nulla sia impossibile e che non esistano limiti né età per fare le cose.

Ecco il link per ascoltare tutta la puntata:

PASCAL: guardare e non toccarecandy 2011 2

Per questo articolo ho pensato di condividere una delle mie prime foto da performer burlesque…una Candy del 2011, mi tingevo i capelli bruni, vestivo solo di nero ed ero tanto impacciata 😀